Pratica e intervento artistico
AUTONOMOUS MUSEUM OF URBAN DETAIL
2020 | Urban art | Firenze
AUTONOMIA ESPRESSIVA DELLA CITTÀ
La città non è solo l’insieme dei volumi e delle infrastrutture che contraddistinguono il territorio antropizzato. La città è soprattutto l’insieme delle relazioni sociali che al proprio interno si definiscono dando forma all’ambiente urbano stesso. In questo scenario civico, costituito da un sistema di fitte relazioni sociali interconnesse, le tracce delle diverse esperienze tendono a contaminarsi reciprocamente dando origine ad interessanti composizioni fortemente evocative. Quello che appare come dettaglio figurativo non è altro che il risultato della sedimentazione di segni, gesti e avvenimenti distinti durante uno specifico segmento temporale. La città si costituisce dunque nel tempo anche del prodotto delle azioni sociali che la segnano fisicamente e ne fissano nello spazio e nel tempo un insieme di peculiari segni visivi. Con l’operazione A.M.o.U.D., questi dettagli latenti, che possono essere più o meno evocativi, concettuali, estetici, ecc., vengono implementati quali opere d’arte attraverso due dispositivi museali: la cornice e la targhetta. La segnalazione provocatoria del dettaglio urbano afferma la volontà di riconoscere una carica artistica, seppur inconsapevole, in certi elementi la cui origine consiste appunto nella sovrapposizione di esperienze sociali distinte e temporalmente disconnesse. Così facendo, è possibile identificare nel sistema città una potente carica autonoma creativa seppur inconsapevole.
“Ecce muschio”
Arte urbana e circuiti convenzionali
Il secondo tema su cui questa operazione vuole invitare a riflettere è la relazione tra tutte le esperienze di urban art e di espressione artistica informale, tra le quali si inscrive anche A.M.o.U.D., e i circuiti artistici ufficiali. La scelta di volere intervenire nei contesti urbani e nello Spazio pubblico più in generale, rappresenta una scelta di campo precisa relativamente al rapporto tra opera e osservatore. La fruizione infatti non è mediata da alcun soggetto e il rapporto tra artista e fruitore, a differenza che nei musei e nelle gallerie, è diretto e non necessariamente volontario. Difatti, la differenza sostanziale nelle fasi di fruizione tra le opere collocate negli ambienti pubblici e quelle inserite nei contesti museali insiste tutta nella dicotomia “fruizione volontaria – fruizione involontaria”. Non intendiamo discutere attorno all’idea che quelli selezionati siano o meno delle opere d’arte, ma vogliamo piuttosto riflettere attraverso le categorie di ‘arte’ e ‘artistico’ sull’importanza di rendere l’ambiente urbano ospitale e coinvolgente anche sotto una lente interpretativa creativa e provocatoria, che permetta di evidenziare e accendere le connessioni che la città genera e permette di generare.
Il dettaglio nella frenesia
Infine, questo lavoro racconta anche di un differente approccio alla vita. Cogliere i dettagli, i colori, le luci e le forme degli ambienti che attraversiamo è sempre più difficile a causa della congestione delle esistenze. Impegni, distrazioni, intrattenimenti d’ogni sorta e sovraccarico di notizie ed informazioni rendono le vite piene e la possibilità di trovare del tempo anche per osservare i contesti appare un privilegio per pochi. Questa operazione serve dunque anche per accendere una nuova consapevolezza rispetto al senso del tempo, alla sua preziosità e al privilegio di saper vedere oltre la frontiera della esistenze totalizzate.
“Fuoriuscita creativa”
“Stormo und drang”
“38 blu”
“38 blu” dettaglio
“Poetica interdetta”
“Pegaso”
“Composizione n°4”
“Composizione n°5”
“Composizione n°7”
“Proibita l’affissione”
“Flussi paralleli”